C'è, in un'isola lontana,
una favola cubana
che vorrei tu conoscessi almeno un po'
C'è un'ipotesi migliore,
per cui battersi e morire
e non credere a chi dice di no
perché c'è
C'è un profumo inebriante
che dall'Africa alle Ande
ti racconta di tabacco e caffè
C'è una voce chiara ed argentina,
che fu fuoco e medicina
come adesso è amore e rabbia per me
C'è, tra le nuvole di un sigaro,
la voce di uno zingaro
che un giorno di gennaio gridò
C'è, o almeno credo ci sia stato,
un fedelissimo soldato
che per sempre quella voce cercò
e che diceva
"Venceremos adelante
o victoria o muerte
Venceremos adelante
o victoria o muerte"
C'è, se vai ben oltre l'apparenza,
un'impossibile coerenza
che vorrei tu ricordassi almeno un po'
C'è una storia che oramai è leggenda,
e che potrà sembrarti finta
e invece è l'unica certezza che ho
C'erano dei porci in una baia,
armi contro la miseria
solo che quel giorno il vento cambiò
C'era un uomo troppo spesso solo,
e ora resta solo un viso
che milioni di bandiere guidò
e che diceva
"Venceremos adelante
o victoria o muerte
Venceremos adelante
o victoria o muerte"
L'America ci guarda
non proprio con affetto
apparentemente placida ci osserva
Ma in fondo, lo sospetto
che l'America,
l'America ha paura
Altrimenti non si spiega come faccia
a vedere in uno stato in miniatura
questa orribile minaccia
por esto
"Venceremos adelante
o victoria o muerte
Venceremos adelante
o victoria o muerte"